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Tempera Fiorentina

Per-Corso Tempera Fiorentina
AutoreDario BiagioniLingueItaliano, Inglese, Francese, SpagnoloData21 - 24 Gennaio 2026 - ITALIANOShare

In oltre trent’anni di lavoro sono nate tante tecniche.
Non tutte insieme, ma una dopo l’altra, come tappe di un cammino.
Io le considero così: figli e figlie nati dalla mia bottega.
Ognuna con il suo carattere, con la sua voce, con il suo modo di trasformare un mobile.
Ed è grazie a loro che tante persone, in questi anni, hanno potuto scoprire la bellezza delle patine.

Le tecniche nel tempo

Patina Antica – nata nel 1991 → divulgata nei corsi dal 2018
La più antica, la radice di tutto.
Si lavora solo su mobili a legno grezzo, puliti, sabbiati o lavati con soda caustica.
Un ciclo interamente a prodotti naturali, dall’inizio alla fine.
La sua particolarità è il craquelé marcato, che riporta subito all’immagine di un mobile antico vissuto e autentico.
Difficoltà: medio–alta.

Tempera Antica – nata e divulgata nel 2018
Una svolta.
Non richiede legno grezzo, ma il mobile va scartato molto bene.
Con l’albumina si ottiene un craquelé sottilissimo, elegante, non facile da controllare ma di grande fascino.
Difficoltà: alta.

Tempera Materica – nata e divulgata nel 2019
Qui non c’è craquelé.
Il carattere sta tutto nella materia: con stucchi e caseina si creano stratificazioni e velature, che danno al mobile l’aspetto di essere stato ridipinto più volte nel tempo.
Non serve legno grezzo, ma il mobile deve essere scartato.
Difficoltà: medio–bassa.

Patina Fiorentina – nata nel 1991 → divulgata nei corsi dal 2021
Nata anch’essa nei primi anni di bottega, come variante della Patina Antica, arricchita dall’uso della caseina.
Richiede il mobile a legno grezzo.
Il risultato sono scrostature e un craquelé meno profondo rispetto alla Patina Antica, molto simile a quello dei manufatti antichi ben mantenuti.
Difficoltà: alta.

Patina Toscana – nata nel 2021 → divulgata nei corsi dal 2024
Una vera novità: la prima patina studiata per mobili già verniciati.
Non serve portarli al legno grezzo, ma vanno comunque scartati.
È un ciclo di lavoro ben guidato, con prodotti di nuova generazione che si integrano in maniera molto efficace con i materiali della vecchia bottega — colle e pigmenti naturali.

Permette di ottenere un bel craquelé, capace di richiamare quello della Patina Antica.
È una tecnica molto utile, soprattutto per chi non ha mobili a legno grezzo.
Difficoltà: media.

Tempera Fiorentina – nata nel 1995 → corso dal 2026

Ho iniziato a usarla già a metà degli anni ’90, nei piccoli e grandi progetti: cucine, porte, boiserie, arredi di ristoranti e dimore di prestigio, appartamenti e spazi che richiedevano carattere e armonia.
Nei primi anni 2000, quando aprii la mia falegnameria, producevo mobili e arredamenti su misura. In quei casi i mobili erano naturalmente a legno grezzo, ma nei lavori di arredamento completo c’erano sempre anche pezzi da integrare o trasformare, quello che oggi chiameremmo restyling, mentre allora si parlava più di rinfrescare o rimettere a nuovo con un sapore dell’antico.

Ed è proprio lì che Tempera Fiorentina ha fatto la differenza:
la usavo sia sui mobili nuovi a legno grezzo, sia su quelli da ricolorare completamente.
Era una soluzione pratica e veloce per dare coerenza e armonia a un ambiente intero.

Poi c’erano alcuni mobili che erano veramente antichi, in legno di noce, e i clienti desideravano che su di essi venisse ricreata una patina che potesse sembrare autentica, perché in un primo momento avevano paura di rovinare il manufatto.
In quei casi sceglievo tecniche diverse, come la Patina Antica, la Patina Fiorentina e oggi anche la Patina Toscana, con un carattere più marcato, che richiamava un manufatto antico che aveva fatto la storia.

Le caratteristiche che rendono unica la Tempera Fiorentina sono:
• non procura craquelé. La sua forza è nelle velature e nella sfumatura cromatica.
• è l’unica tecnica in cui il mobile non va scartato: basta pulirlo bene e togliere cere e sporco,
• si lavora con pigmenti e terre naturali, legati a colle di bottega,
• grazie agli aggrappanti moderni aderisce a quasi tutte le superfici in legno,
• non è una pittura piatta: i colori prendono vita, con luci, ombre e profondità.

Difficoltà: di facile apprendimento.

Negli anni ho messo a punto anche piccoli trucchi e scorciatoie che aiutano a rendere il lavoro più semplice e sorprendente.
Per tanto tempo questa tecnica è rimasta dentro i miei progetti, e non l’ho mai insegnata.

Dal 2026 sarà finalmente un corso utile a molti di voi: c’è chi potrà viverlo come un hobby creativo, chi lo userà per ricolorare i mobili della propria casa o del proprio B&B, piccolo o grande che sia, e chi invece potrà trasformarlo in una competenza da mettere al servizio di una committenza, rinnovando un negozio, una casa o dando nuova vita a interi ambienti. Oppure, perché no, farne anche il proprio futuro lavoro.

E visto che parliamo di futuro, credo che oggi siamo tutti in dovere di seminare bellezza.
Non per contrapporla semplicemente alla disarmonia della produttività sfrenata, senza occhio e senza cuore,
ma per riappropriarci di quei metodi di lavoro che rischiano di scomparire, anche per la pigrizia di non condividere.

Info per partecipare al corso

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