John Constable (East Bergholt, 1776 – Londra, 1837)
John Constable fu il primo grande pittore romantico nella storia del paesaggio, le sue opere hanno come protagonista il paesaggio inglese. Determinato a rinnovare ed elevare questo genere di pittura, ruppe col mondo degli artisti neoclassici che usavano il paesaggio come mero fondale di scene mitiche o storiche. La visione pura e verosimile della natura è lo scopo ultimo della sua arte. I paesaggi di Constable sono sempre gradevoli, ritraggono paesaggi nei quali c’è un felice equilibrio tra l’uomo e la natura, differenziandosi in questo dal romanticismo tedesco.
Per il Maestro il ruolo di un artista è quello di indagare scientificamente la natura, osservandone e comprendendone i fenomeni; sulla base di questa convinzione, eseguì una serie di bozzetti aventi come soggetto le nuvole nel cielo e quest’ultimo arriva ad assumere un ruolo fondamentale sia nella composizione che nelle emozioni delle opere «È molto difficile indicare una categoria di paesaggio in cui il cielo non sia l’elemento chiave, la misura della bilancia e il principale organo del sentimento».
A differenza di molti suoi contemporanei, Constable dipingeva ciò che gli si parava davanti, utilizzando bozzetti preparatori per catturare l’ispirazione di un momento per poi correggerli e rielaborarli nel suo studio. Dipingendo frequentemente all’aperto riusciva a cogliere le variazioni cromatiche provocate dai cambiamenti della luce, gli effetti dell’umidità dopo la pioggia ed i movimenti della vegetazione mossa dal vento. La sua tavolozza di colori era popolata da tonalità naturali e verdi vivissimi, in modo da imitare le colorazioni della campagna inglese, dove dominavano i pigmenti artificiali, che riteneva più fedeli al vero. Per catturare in maniera realistica lo scorrere dei fiumi ed il movimento degli alberi nel vento, il Maestro ideò un nuovo utilizzo dei colori: sovrapponendo strati di rosso con strati di verde, riuscì a creare una profondità di campo inedita e ad infondere un fremito vitale alla natura; punti di luce illuminavano i riflessi dell’acqua in movimento sugli edifici e sulle persone. In un ambiente artistico in cui i paesaggi erano rappresentati in modo stilizzato ed esageratamente drammatico, le opere del Maestro furono una vera e propria boccata d’aria fresca.
L’opera di questa settimana è il “Carro di fieno” nella quale il carro che attraversa il fiume guidato dal contadino e la casa rurale sulla sinistra sono parte del paesaggio come gli alberi dello sfondo illuminati dal sole e l’acqua pura del torrente.
Un dipinto che incarna appieno il sentimento dell’artista «il rumore dell’acqua che esce dagli sbarramenti di un mulino, salici, vecchie massicciate marcite, pilastri sdrucciolevoli, muri di mattoni. Amo queste cose».
A differenza dei paesaggi simmetrici classici, Constable decise di sacrificare la simmetria al realismo, dipingendo quello che vedeva. Predominano i colori naturali che creano un contrasto fra il carro che si rispecchia nell’acqua, la delicatezza degli alberi e la solidità dell’edificio sulla sinistra; le diverse tonalità si completano a vicenda e la loro ripetizione aumenta l’armonia dell’opera, come il blue del cielo che si riflette nell’acqua. Gli alberi e l’erba circondano ed alleggeriscono l’intera composizione che il giallo dei prati renderebbe troppo claustrofobica.
In questo capolavoro possiamo ammirare una delle tecniche più innovative utilizzate da Constable, ovvero l’utilizzo di pigmenti bianchi per creare effetti di luce sull’acqua, evidente nella scia lasciata dalle ruote del pesante carro.
Le nuvole, con le loro forme e variazioni cromatiche infinite, sono mosse da un fremito vitale che le rende interpreti di una Natura che può essere al tempo stesso dolcissima e matrigna.